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Si parla sempre di mettere il paziente al centro di un percorso terapeutico personalizzato. Facile a dirsi.

In questo articolo ti spiego come paziente e terapista possonoĀ creare insieme il percorso per raggiungere gli obiettivi prefissati.

Il dolore ĆØ misurabile?

Negli ultimi decenni medici e terapisti (tra cui includo anche me stesso) hanno dato troppa importanza a misurazioni e test biomeccanici, del movimento e della postura.

I propositi erano buoni: volevamo cercare di soddisfare i nostri clienti cercando di misurare i miglioramenti ottenuti.

Il problema ĆØ che nonostante i progressi di tecnologia e ricerca il dolore si ĆØ confermato un fenomeno complesso, difficilmente misurabile, soggettivo e dipendente da numerose variabili che stravolgono la misura a ogni piccolo cambiamento.

Ricordo ancora come cambiavano i risultati delle manipolazioni durante la mia tesi di osteopatia: era sufficiente che il paziente avesse fretta di andarsene per sfalsare il risultato.

Il cambiamento: dai test ai bisogni

Vista la scarsa affidabilitĆ  dei risultati, hoĀ abbandonato molte valutazioni posturali e test chinesiologici per comprendereĀ cosa cercassero i pazienti in me e nel mio intervento.

Pensi mi sia improvvisato mental coach o psicologo? Per niente! In ogni area terapeutica coesistono tre dimensioni: sociale, psicologica e del marketing.

Sociale come la cultura in cui viviamo e i valori che condizionano le nostre scelte; psicologica come la nostra mente e le emozioni che condizionano le scelte e marketing nellā€™accezione piĆ¹ ampia e profonda di Kotler: la scienza di soddisfare i bisogni umani.

Il paziente ai raggi X

Ogni paziente accede a un percorso di recupero per infiniti motivi, spesso inconsci e inconfessabili.

Spesso i pazienti arrivano da me con lā€™idea di stare meglio, senza sapere cosa significhi per loro stare meglio. Vuol dire solo ā€œfar sparire il dolore per un po‘ā€?

Trattando dolore e stress, noto che le persone trovano risposte concrete strada facendo.

inizialmente si sentono messi con le spalle al muro e assumono atteggiamenti di pseudo difesa e protezione.

Siamo il meglio di quello che possiamo fare in quel singolo momento-

(M. Erickson)

Per questo motivo, anche stabilireĀ obiettiviĀ immediati puĆ² risultare difficile e frutto di negoziazioni. Proprio come avviene nel marketing.

Una scadenza per ogni obiettivo

Per rendere concreto il raggiungimento di un obiettivo terapeutico, il fisioterapistaĀ identifica un criterio temporale perĀ stabilire l’obiettivo piĆ¹ urgente, come raggiungerlo e, se possibile, in quanto tempo.

Sfera di cristallo a parte, la ricerca dĆ  un’idea di massima per molte patologie.

ƈĀ importante stabilire questi obiettivi anche per motivi economici, sia che si tratti di un intervento terapeutico privato sia con il sistema sanitario nazionale.Ā 

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Motivazione, concentrazione e costanza

Per ogni obiettivo da raggiungere lungo il percorso terapeutico il terapista ti aiuta a trovare la motivazione, la concentrazione e le modalitĆ  adeguate per orientare e sostenere i tuoi sforzi.

E non credere di essere la persona messa peggio!laughingĀ 

Infatti su motivazione, concentrazione e costanza si infrangono ogni giorno i progetti di benessere e salute (ma non solo) di uomini e donne, pazienti e terapisti.

Obiettivi in evoluzione

C’ĆØ sempre la possibilitĆ  che una persona identifichi una nuova prioritĆ  durante il percorso terapeutico.

Mi capitano pazienti che si ricordano di darmi informazioni indispensabili dopo settimane di trattamenti senza apparenti risultati. E in casi simili i metodi tradizionali non aiutano nƩ a stabilire gli obiettivi di una persona nƩ a sapere se questi siano stati raggiunti.

Questa ricercaĀ mostra addirittura come i risultati terapeutici basati su scale di valutazione e questionari somministrati possano essereĀ lontani dalle aspettative di pazienti e terapisti.

Scomparso il dolore, il paziente ĆØ soddisfatto?

 

Non possiamo chiedere a una persona di evitare di svolgere unā€™attivitĆ  o un movimento che ama o di cui non puĆ² fare a meno. Stravolgeremmo la sua esistenza e porremmo le basi per un fallimento o danni psicologici ben peggiori.

Lā€™esercizio giusto: bisogni e capacitĆ 

Per essere efficace il percorso di recupero deve integrare le attivitĆ  terapeutiche con quelle preferite e desiderate dal paziente. Non per nulla si chiama percorso. E non tutti hanno le medesime esigenze e capacitĆ .

Per qualcuno ĆØ sufficiente eseguire qualche esercizio base (specialmente se ha una vita sedentaria); altri hanno bisogno di esercizi specifici da riprodurre nel contesto lavorativo o sportivo.

Un trattamento efficace spesso ĆØ la risultante di un mix di esercizi specifici e generici (aspecifici) che varia a seconda della fase riabilitativa e dellā€™attivitĆ  da svolgere.

Per esempio: dopo una ricostruzione di legamento crociato anteriore, il paziente deve essere in grado di eseguire sforzi in salto, velocitĆ  e coordinazione tipici dello sport che dovrĆ  praticare.

In caso di dolore persistente, la funzione e le capacitĆ  di percepire il movimento e lā€™equilibrio cambiano e gli obiettivi per il ritorno in campo o allā€™attivitĆ  lavorativa possono assumere prioritĆ  e vissuti differenti.

Lā€™esempio degli sport di resistenza o di Ć©lite

Ognuno ha dei valori in cui crede. Gli atleti spesso ne hanno alcuni non condivisi dai piĆ¹, come mostrano innumerevoli testimonianze.
Ho visto atlete terminare gare olimpioniche con multiple fratture costali o maratoneti macinare record con dolori importanti. ƈ ormai provata la relazione tra sport di resistenza e resilienza: la capacitƠ di tollerare stimoli negativi.

Fiducia e autostima contro il movimento sbagliato

Per la maggior parte delle persone ĆØ sufficiente qualche esercizio di base per aumentare gradualmente il peso tollerabile (modulazione del carico) da una determinata parte del corpo.

Pensiamo alle persone con mal di schiena che devono piegarsi per sollevare i figli o semplicemente per indossare le calze.

Sono questi i veri obiettivi che interessano, molto piĆ¹ che lā€™assenza del dolore. Per pianificare un percorso di recupero va identificato un approccio graduale per abituarsi a raggiungere un obiettivo, rimanere in posizione e tollerare uno sforzo.

Il lavoro inizialmente si svolge sul piano psicologico: acquisireĀ fiducia in sĆØ stessi e sconfiggere la paura e i tabĆ¹ comeĀ movimenti ā€œsbagliatiā€.

Nella parte successiva del percorso si inizia a pensare a dati piĆ¹ concreti come:

  • la quantitĆ  di carico/pesoĀ  da usare
  • i tipi di posizione
  • la forza di esecuzione
  • il contesto e l’ambiente (stimoli interni ed esterni)
  • le tempistiche di esecuzione.

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Selezionare gli obiettivi: una scelta personale

Fare esercizio ĆØ fondamentale, la ricerca lo conferma da anni. Ma questo ĆØ solo una parte del processo di guarigione, tanto ĆØ vero che a volte gli esercizi non sono proposti allā€™inizio del percorso.

Non sappiamo abbastanza bene come funzioni una terapia. Infatti per qualcuno ha piĆ¹ importanza la dimensione fisica del trattamento, ossia lā€™esercizio; per altri sono piĆ¹ rilevanti l’ascolto e la comprensione offertiĀ dal terapista.

In questo caso,Ā prima di agire,Ā passo parecchio tempo a spiegare.

Un recente articoloĀ spiega come la definizione di un obiettivo sia in grado diĀ aumentareĀ la possibilitĆ  di successo, cosƬ come diĀ accrescereĀ (secondo un altroĀ studio) la compliance al trattamento, ossia la condizione in cui il paziente si impegna a mantenere la costanza nel percorso di recupero condiviso.

Alcune persone preferiscono definire a priori gli obiettivi e in tale caso diviene indispensabile creare una vera alleanzaĀ tra terapista e assistito.

Buoni studi illustrano come laĀ qualitĆ  di tale relazione, fondata sul libero scambio di opinioni ed emozioni,Ā migliori il risultato finale.

Lā€™aspettativa: fattore prognostico di recupero

Lā€™aspettativaĀ di una persona con un dolore, una disabilitĆ  o che intraprende un percorso di guarigioneĀ ĆØ un importante fattore prognostico di recupero (come ribadisce questo studio) in grado di condizionareĀ il risultato finale e il tempo di raggiungimento.

Quindi, per ottenere risultati positivi ĆØ fondamentale stabilire il percorso riabilitativo insieme al paziente e definirne gli obiettivi; cosƬ come favorireĀ lā€™alleanza terapeutica e il consolidamento di un meccanismo di ā€œcontrolloā€ interno della persona sui propri passi,Ā come indicato daĀ questo articolo.

Avere una spiegazione dellā€™esercizio o della tecnica che il terapista intende eseguire o proporre, anche se puĆ² sembrare banale, puĆ² aiutare a vivere e percepire meglio lā€™intervento riabilitativo.

Come visto nell’articolo sugli effetti del carico esistono perĆ² eccezioni e considerazioni aggiuntive, come la violazione dellā€™aspettativa.Ā In questo caso ĆØ utile porsi alcune domande:

  • cā€™ĆØ qualcosa che ti impedisce di fare quello che ti piace?
  • il dolore ti limita o impedisce qualche attivitĆ  desiderata? E questo come ti fa sentire?
  • hai paura a fare qualche movimento, sport o attivitĆ ?

E se il dolore non ci fosse cosa faresti?

Stabilire obiettivi intelligenti: il modello S.M.A.R.T.

Smart (in inglese significa intelligente) ĆØ un modello di coaching proposto per perseguire gli obiettivi e te lo consiglio per monitorare il raggiungimento dei tuoi obiettivi lungo percorsi di recupero o riabilitazione. Secondo questo modello, un obiettivo intelligente deve essere:
S

come

SPECIFICO

Limita e definisci chiaramente la quantitĆ  e la tipologia del progetto. Obiettivi generici come ā€œvoglio guarireā€ sono difficilmente controllabili e misurabili da te e dal tuo terapista.

M

come

MISURABILE

Come fai a sapere se hai ottenuto buoni risultati? Assegna un valore numerico come nelle scale di dolore visuo-analogico (da 1 a 10) oppure con risposte binarie SI/NO.

A

come

ACQUISIBILE

Gli obiettivi devono essere raggiungibili, non troppo ambiziosi e conquistabili a piccoli passi. Ricorda: un obiettivo a lungo termine si raggiunge attraverso piccoli obiettivi conquistati in un arco di tempo prolungato.

R

come

REALISTICO

Gli obiettivi possono essere irrealistici e quindi difficilmente raggiungibili. Le persone che ottengono i migliori risultati in riabilitazione e nella vita sono quelle con obiettivi realistici. Possono essereĀ gestiti e negoziati tra te e il terapista. Ecco come.

T

come

TEMPO DIPENDENTE

ƈ importante fissare un preciso arco di tempo per raggiungere lā€™obiettivo: ne definisce la perseguibilitĆ  e ti investe di responsabilitĆ .

In sintesi

Per portare a termine il tuo percorso di recupero e di riabilitazione con successo fissa in maniera chiara e realistica i tuoi obiettivi di guarigione.

Definisci le modalitĆ  per raggiungerli con il tuo terapista e i professionisti che ti seguono. Devi sciogliere ogni riserva e paura.

Allineare il soddisfacimento deii tuoi bisogni e alle tue aspettative di guarigione migliorerĆ  i risultatiĀ della terapia in modo esponenziale.

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