FAQ – le domande più frequenti
Qui trovi alcune domande e risposte sulle mie prestazioni di osteopatia e fisioterapia; sui percorsi di recupero da dolore e stress, yoga terapeutico e cura e prevenzione di infortuni sportivi.
Probabilmente le FAQ contengono anche le domande che vorresti pormi. Leggile, e se non trovi la risposta contattami!
Costi e detrazioni
Quanto costa?
- prima visita osteopatica: 70 € (escluse donne in gravidanza e bambini)
- prima visita fisioterapica: 70 €
- trattamenti a seguito di interventi chirurgici, ricovero e per patologie degenerative del sistema nervoso o autoimmuni: tariffe personalizzate
- fisioterapia a domicilio per raggiungere obiettivi di minima autonomia (alzarsi dal letto, camminare, mangiare, bere, andare al bagno): tariffe concordate durante il colloquio gratuito al domicilio.
Quali sono i metodi di pagamento?
Bancomat, carte di credito, Vpay, ApplePay, bonifico bancario, Paypal. Il pagamento anticipato dei percorsi riabilitativi consente una riduzione dell’importo.
La spesa è in convenzione con la mutua e il sistema sanitario?
Non lavoro in convenzione con il sistema sanitario nazionale, ma le prestazioni sono detraibili come spese sanitarie.
Le sedute sono detraibili come spesa sanitaria?
Esistono convenzioni con enti specifici?
Esistono tariffe agevolate per anziani, disabili e bambini?
Informazioni sulle visite
Devo portare i referti?
Come devo vestirmi?
Devo essere accompagnato?
Devo prima fare una visita dal medico?
È possibile ricevere la visita a domicilio?
Posso effettuare una consulenza a titolo gratuito perché non sono sicuro che la terapia possa essermi utile?
Posso fissare sedute il sabato?
Serve l’impegnativa medica?
Quanto devo attendere per il primo appuntamento?
Mi hanno detto che…
Mi hanno detto che è meglio andare dall’osteopata piuttosto che dal fisioterapista. È vero?
Dipende cosa devi trattare. Per alcune problematiche è più efficace l’approccio osteopatico unito alla più ampia conoscenza clinica del fisioterapista. Per la riabilitazione da infortuni, interventi e ricoveri, il fisioterapista rimane certamente il professionista di riferimento. Per quanto mi riguarda ho sia la qualifica di fisioterapista, con diploma di laurea, sia di osteopata, con diploma triennale, perché in Italia il percorso formativo non ha riconoscimento universitario e prevede un terzo delle ore di teoria e di pratica rispetto al percorso di fisioterapista. Al di là di quello che si racconta, si scrive sulle riviste di benessere o si sente in televisione, non è la qualifica a fare la differenza ma la formazione, l’esperienza e le abilità del terapista.
Mi hanno detto che un personal trainer è meglio di un fisioterapista.
Dipende dall’obiettivo: se ti serve una scheda di allenamento con i pesi è meglio il personal trainer. In questo caso ha poco senso impiegare un professionista iperspecializzato come il fisioterapista la cui specialità è intervenire in casi di riabilitazione, di ritorno al movimento o nel caso compaiano dolori a causa di una attività sportiva. Ricorri al personal trainer se vuoi allenarti o integrare la preparazione atletica di una disciplina sportiva e ricorda: i personal trainer italiani più certificati hanno percorsi formativi di non oltre 200 ore. Le competenze cambiano e diventano più ampie se sono laureati in scienze motorie.
Mia figlia porta l’apparecchio ortodontico e mi hanno detto che è meglio andare dall’osteopata. A cosa serve? Da quale età?
L’iter corretto è osteopata e poi ortodonzista, ma la risposta è molto complessa. L’ortodonzia comporta importanti investimenti economici e limitazioni prolungate. Se ti hanno proposto un intervento ortodontico senza considerare la deglutizione e l’apparato muscolare ti sconsiglio di chiedere altri preventivi. Un conto è raddrizzare i denti e un conto è armonizzare la crescita del complesso composto da denti, bocca, deglutizione, respirazione e postura. Impossibile fare un lavoro serio senza che più professionisti intervengano con un unico obiettivo condiviso. Se ti trovi in un caso simile fissa un appuntamento senza impegno. Valuto il tuo caso e ti consiglio come muoverti per il bene di tua figlia.
Posso sottopormi a trattamento se…?
Se sono in gravidanza
Dipende dal tipo di disturbo. Per fortuna gli interventi manuali non sono così pericolosi. Anzi, sono consigliabili per molte patologie muscolo-scheletriche, come puoi leggere nella pagina osteopatia, e decisamente preferibili alle terapie farmacologiche e chirurgiche.
Ho un pace-maker
Mi raccomando: se prenoti una visita ricordati di dirmelo. Devo avere alcune accortezze per l’applicazione di pratiche manuali e terapie fisiche.
Sono cardiopatico e/o assumo delle terapie anticoagulanti
Ho allergie alla pelle
Ricordati di dirmelo così evito l’utilizzo di alcune terapie fisiche.
Ho un tumore
Un tumore è una controindicazione relativa per terapie manuali e fisiche, esercizio fisico e osteopatia, così come la maggior parte delle terapie. Ma se il tuo obiettivo è stare meglio possiamo fissare un colloquio che mi servirà ad avere un quadro chiaro della tua situazione ed effettuare una prima valutazione. Ti chiederò anche la cortesia di poter contattare il medico curante per mantenere un progetto di cura e creare l’alleanza terapeutica con tutte le persone che ti stanno accanto.
Cosa succede se…?
Se ho un contrattempo all’ultimo momento?
I contrattempi capitano a tutti. Faccio sempre il massimo per incontrare le esigenze dei miei pazienti; per cui se hai un contrattempo avvisami subito. Se hai già pagato la seduta contattami in modo da poter fissare un altro appuntamento. Nel caso invece tu scopra di avere un impegno inderogabile e prioritario rispetto alla tua salute e al tuo benessere, ti chiedo di informarmi con almeno un giorno di anticipo. Se riesci anche prima, perché esiste una lista d’attesa di persone che ti ringrazierebbero di cuore.
Se durante il trattamento sopraggiunge una complicanza o bisogna sospendere le cure?
L’alleanza terapeutica e la fiducia tra noi sono fondamentali. Ho assolutamente bisogno che mi comunichi qualsiasi effetto delle mie terapie. Ogni terapia (farmaci e chirurgia incluse) ha effetti positivi, ma in alcuni casi può sortire effetti parziali o nessuno rispetto alle tue o alle mie aspettative. Solo in pochissimi casi sopraggiungono effetti indesiderati, e spesso temporanei. Comprendo le tue preoccupazioni e le tue paure. Per questo ti chiedo di comunicarmele dal vivo in studio o a voce. È importante che tu mi dia la possibilità di valutare oggettivamente la situazione per suggerirti un parere professionale o alternative terapeutiche. Allo stesso modo, se devi sospendere i trattamenti su suggerimento di uno specialista è importantissimo che io possa visionare il referto della visita. Se sei già in cura, molto probabilmente hai già una mia lettera di accompagnamento. Conto sulla possibilità di contattare direttamente il professionista per consentirti la migliore continuità terapeutica ed evitarti di essere alla mercé di più specialisti che non rilasciano nulla di scritto lasciandoti nell’impossibilità di sapere esattamente cosa stanno facendo i terapisti che ti hanno preso in carico.
Se non noto benefici?
Se sei mio paziente abbiamo sicuramente già discusso questo aspetto. Come per qualsiasi intervento terapeutico hai una componente spontanea di guarigione (come la cute con le ferite); una dipendente dalla terapia (la cute disinfettata o curata con antibiotici) e una dipendente da fattori esterni (la ferita che si infetta perché si sporca). Ogni tessuto, ogni organo, ogni persona reagiscono in modo differente alla terapia. Il beneficio può essere oggettivo (la ferita è cicatrizzata) e soggettivo (secondo me la ferita si sta cicatrizzando). Il fatto è che i benefici oggettivi vanno, come giusto che sia, a confrontarsi con le aspettative (avevo mal di schiena e dopo un certo numero di sedute non mi è ancora passato). Non è colpa di nessuno, ma a volte bisogna cambiare strategia. Se non noti benefici mi piacerebbe discuterne con te dal vivo in modo da darti alternative e suggerimenti validi. Sospendere i trattamenti non necessariamente è la via migliore.
Cosa posso fare?
Ho già provato in passato a fare fisioterapia ma senza successo. Cosa posso trovare di differente?
- fare ginnastica posturale nella palestra comunale
- andare dal massaggiatore
- andare dal massofisioterapista
- andare dall’amico che ha fatto l’ISEF
- andare dal personal trainer
- fare le cure in ospedale (generalmente trazioni, tens, laser, magnetoterapia e ultrasuoni)
- fare le terapie alle terme.
Ci sono tanti bravi colleghi che puoi avere incontrato e io non posso davvero sapere se i loro trattamenti non hanno funzionato perché hanno “sbagliato qualcosa” oppure se le terapie proposte non sono state eseguite per il tempo sufficiente, nel momento giusto, con le modalità ottimali oppure ci sia stato altro a non sostenere l’effetto. Per quanto mi riguarda ti dico che le mie cure hanno più effetto di quelle di molti colleghi perché utilizzo tecniche osteopatiche, fisioterapiche (non tutti sono sia osteopati sia fisioterapisti) e medicine alternative (usate raramente) come lo yoga terapeutico. Questa combinazione personalizzata sul singolo paziente mi permette di velocizzare recupero e guarigione.
I miei figli hanno una brutta postura, posso fare qualcosa?
Se porti i tuoi figli per una visita ho la strumentazione necessaria per suggerirti le attività idonee per garantire una sana crescita. Se hai già una prescrizione di pediatra, ortopedico o fisiatra, ma anche esami, ricordati di portarmeli.
Lo zaino di mia figlia ha un peso eccessivo. Può causarle disturbi a schiena o postura? Ci sono trattamenti per prevenire danni?
Sì, rispondo gratuitamente senza visitare: fai svolgere almeno un‘attività sportiva o muovere almeno per 3-5 ore alla settimana. E non sto parlando delle dita su tablet, cellulare e playstation! Visito volentieri senza impegno anche solo per darti piccoli suggerimenti utili.
Mi sono storta la caviglia sciando. Mi hanno detto che l’osteopata può sistemarla.
Sì, però mi servono più informazioni riguardo al traumatismo. Per non farti perdere tempo e denaro ti consiglio di scrivermi nella pagina contatti.
In linea di massima, come fisioterapista e osteopata posso accelerare notevolmente la guarigione e il rientro alle attività sportive.
Le tempistiche e gli interventi dipendono dal tempo intercorso tra il trauma e la prima visita, da eventuali altre terapie e interventi terapeutici, dalle condizioni mediche, dall’età e dai tuoi obiettivi.
Yoga terapeutico
Quale abbigliamento serve?
Non serve un abbigliamento particolare, basta che ti permetta di fare tutti i movimenti di braccia, gambe, colonna vertebrale e testa liberamente. Molti miei clienti indossano morbide tute e i più sportivi magliette e pantaloni elasticizzati (leggins, ciclisti, pantaloncini e magliette in cotone, fibra sintetica o elastica).
Bisogna essere elastici per fare yoga?
No, basta esser disposti a provare qualcosa di nuovo. Io sarò al tuo fianco per aiutarti inizialmente a dosare energie e sforzi.
Ho già provato a fare yoga una volta e mi son fatto male/non è servito
Yoga è un termine talmente ampio che è difficile capire cosa tu abbia fatto esattamente. Innanzitutto avrai la possibilità di avere un insegnante che di lavoro fa il fisioterapista e l’osteopata: conosco molto bene quali sono i limiti da superare e quali meno. Ti invito gratuitamente a sperimentare e capire meglio se vuoi unirti a un gruppo. Inserisco la pratica individuale in un contesto terapeutico più ampio come puoi leggere alla pagina dedicata allo yoga terapeutico.
Devo portare il tappetino o qualche accessorio?
Se ce l’hai già, naturalmente sì; se devi comperarlo ti chiedo di aspettare a farlo dopo il primo incontro, in modo da capire quali siano le caratteristiche necessarie. Capita spesso che alcuni clienti arrivino con tappetini e accessori costosi e poco utili. Io ho la possibilità di acquistarli a prezzi agevolati.
Si dedica molto tempo alla parte meditativa?
Come spiego nella pagina di yoga terapeutico, non dedico un tempo prefissato per tutte le sedute, per tutti i disturbi e per tutte le persone. Indubbiamente la pratica meditativa è indicata per molti dei miei pazienti, ma la applico con gradualità, senza obbligo e stimolando l’interesse, come faccio per la parte dedicata al movimento del corpo o alla respirazione.