Osteoporosi: cura e sintomi

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La cura dell’osteoporosi è efficace quando la diagnosi è precoce, ma i sintomi di questo disturbo sono silenziosi e quando si manifestano è già indizio di probabili schiacciamenti e microfratture.

La riduzione della densità ossea non dipende solo dall’età, ma anche dagli squilibri ormonali che intervengono durante la menopausa, da periodi di immobilità a causa di traumi e malattie, dalla contemporanea presenza di altre patologie e dall’effetto di alcuni farmaci presi per periodi prolungati  (come cortisone e chemioterapia).

Nell’immaginario comune l’osteoporosi è sinonimo di fragilità ossea e riguarda quasi 5 milioni di persone in Italia: una persona su due oltre i 50 anni, la maggior parte delle quali donne.

La migliore cura è la prevenzione e questa parte da semplici abitudini salutari da assumere il prima possibile. Scopri quali sono leggendo questo articolo.

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Sintomi e segni: dove e come colpisce?

Le zone più colpite sono la colonna vertebrale, il collo del femore, il polso e la mano.
Un sintomo molto comune è il mal di schiena, ma solo una piccolissima percentuale di chi ha mal di schiena ha l’osteoporosi.

Quello che si può notare è una progressiva riduzione della statura e una postura più incurvata “rispetto a quando si era giovani” … come dicono alcune mie pazienti.

Spesso la diagnosi di osteoporosi viene fatta in pronto soccorso dopo cadute e piccoli incidenti domestici.

Quando facevo il volontario in ambulanza ricordo la tipica chiamata delle 5,45 del mattino. A quell’ora le nonnine si svegliano mezze addormentate per andare in bagno…e scivolano o inciampano con più facilità nei tappeti fratturandosi il femore ? .

Altre volte si trattava di sfortunate signore cadute per strada o sulle scale riportando fratture vertebrali, alle coste, ai polsi o ad altre ossa che avevano attutito la caduta.

Non sono rari gli episodi di fratture per movimenti insignificanti come chinarsi per sollevare un peso, urtare contro una porta o addirittura a causa di un colpo di tosse.

Fattori di rischio

Quali sono le cause dell’osteoporosi? Come hai notato parlo di donne: durante la menopausa la riduzione degli estrogeni in circolo provoca infatti l’accelerazione della perdita di massa ossea (oltre il 3 % all’anno).

Più passano gli anni, maggiore è la possibilità che la situazione si complichi. Naturalmente non si parla di ereditarietà, ma chi ha familiari con questo disturbo avrà maggiore possibilità di essere nella stessa situazione.

Come dicevo i sintomi e la cura dell’osteoporosi risentono delle abitudini e dei propri stili di vita.

Osteoporosi cura cause fattori di rischio

Esami da fare

Cosa vuol dire densità ossea?

Densità o massa ossea sono l’indice di quanto è compatto e ricco di minerali l’osso. Cambia a seconda dell’osso a cui ci si riferisce e a quale porzione si considera. Parlo della sua forma esterna…quella bianca per intenderci, ma soprattutto della sua parte interna.

Ora, non so se tu abbia mai mangiato la parte terminale delle ossa di pollo: la parte interna sembra fatta quasi di spugna. Quanto più fitte e forti sono le sue maglie quanto più denso è l’osso. In uguale misura, quanto più è spessa la parte bianca esterna (corticale) quanto più si fa fatica a masticare la parte interna (e quindi spezzare).

Ignoro se i polli soffrano di osteoporosi, ma capisci come un ridotto indice di densità ossea rappresenti un maggiore rischio di frattura.

 

Come faccio a sapere se ho l’osteoporosi?

Gli esami sono

  • la MOC (mineralometria ossea computerizzata): misura la densità della massa ossea;
  • la tomografia assiale computerizzata quantitativa: permette di misurare la quantità di minerale di specifiche porzioni di osso;
  • la RADIOGRAFIA: rende evidente la perdita ossea solo quando questa è superiore al 40 per cento (quindi poco utile per una diagnosi precoce: constata solo gli effetti avanzati);
  • la DENSITOMETRIA OSSEA: tecnica di assorbimento a raggi X (DEXA). Simile a una radiografia, misura la densità ossea a livello dell’anca, della colonna vertebrale o del calcagno;
  • Esami del sangue e delle urine: escludono cause di osteoporosi secondaria.

Quando eseguire per la prima volta l’esame MOC-DEXA?

In chi ha almeno uno dei seguenti fattori di rischio:

  • fratture per traumi minori;
  • malattie croniche o terapie che possono provocare osteoporosi;
  • diagnosi attraverso riscontri radiologici di “demineralizzazione”;
  • donne in post-menopausa o in menopausa precoce (<45 anni);
  • familiarità per frattura di femore o di vertebra;
  • magrezza o malnutrizione (BMI ≤ 19 Kg/m2);
  • fumo e alcool in presenza di alcune malattie oltre i 60-65 anni.

Patologie e fattori di rischio di osteoporosi secondaria

Le ossa sono costituite per lo più da collagene, la componente “morbida” delle ossa, e da fosfato di calcio, il minerale che le rende dure.

Il loro rapporto all’interno delle ossa è regolato da due processi chiamati osteogenesi e riassorbimento osseo. Sono due processi sempre presenti che garantiscono la crescita, lo sviluppo e la salute del nostro scheletro.

In assenza di gravità, a causa di periodi in cui si è costretti a letto, in presenza di malattie, a seguito di denutrizionedisturbi del comportamento alimentare e trattamenti farmacologici questi due processi perdono l’equilibrio naturale.

È il caso dell’assunzione prolungata di alcuni medicinali come quelli  antiepilettici e il cortisone.

Quest’ultimo è per esempio usato come terapia anti-infiammatoria per la terapia di varie malattie auto-immuni come l’artrite reumatoide, il lupus, l’asma e il morbo di Crohn.

Talvolta invece l’osteoporosi è il risultato della compresenza di alcuni fattori di rischio che indirettamente portano ad avere uno scarso apporto di calcio o squilibri ormonali che alterano i processi di rimodellamento delle ossa:

  • alcolismo: l’abuso di alcolici può facilitare la perdita di materiale e le fratture ossee;
  • anoressia: per livelli di estrogeni enormemente inferiori alla norma;
  • HIV / AIDS;
  • sindrome da malassorbimento (m. di Chron);
  • bronchite cronica ostruttiva;
  • malattie endocrine (ipogonadismo, ipertiroidismo, sindrome di Cushing morbo di Graves-Basedow, iperparatiroidismo primitivo e secondario, deficit ormone della crescita acromegalia e iperprolattinemia);
  • insufficienza renale;
  • disturbi gastroenterici;
  • patologie neuro-muscolari (cadute);
  • disturbi della vista (cadute).

Non dimenticarti che  anche l’assunzione di antidepressivi o sedativi espone ad un maggior rischio di cadute indiretto che va aggiunto ai principali fattori di rischio di cui vi ho parlato.

Prevenzione

Come si previene l’osteoporosi?

La prevenzione inizia durante l’infanzia…a partire dall’allattamento materno. L’80% della massa ossea dipende dalla genetica e il 20% dall’ambiente che ti circonda.

Gli anni in cui lo scheletro si sviluppo e si modella maggiormente (infanzia e adolescenza) sono i momenti in cui in assoluto in cui si può agire in modo più efficace.

Osteoporosi prevenzione

Come ho avuto modo di spiegare esistono però delle altre situazioni in cui le ossa possono modellarsi: la menopausa, malattie e l’uso prolungato di alcuni farmaci.

Ognuna di queste situazioni rappresenta un momento critico e psicologicamente intenso.

A maggior ragione risulta utile un aiuto per:

  • mantenere una dieta sana: attraverso consigli pratici sulla scelta degli alimenti più adeguati che compensino le diverse necessità;
  • mantenere i livelli consigliati di attività fisica quotidiana;
  • compensare la ridotta esposizione al sole.

Cura e terapia

Osteoporosi cura e prevenzione

I farmaci rallentano il processo di riassorbimento della massa ossea, ma non lo risolvono!

Esercizio fisico e alimentazione equilibrata sono la vera cura e sono assolutamente essenziali!

Purtroppo sia medici che pazienti rimangono concentrati sulla diagnosi e le cure dimenticando di occuparsi concretamente di questo aspetti “più normali” che hanno a che fare più con la motivazione, la costanza e gli effetti collaterali di alcuni farmaci prescritti.

Ricordati però che senza un’adeguata quantità di esercizio fisico, l’esposizione al sole e un corretto apporto di sostanze nutrienti per compensare il rimodellamento osseo renderà vana ogni terapia farmacologica!

Alimentazione

Gli integratori di calcio e vitamina D sono necessari solo quando esiste davvero un limite alimentare alla dieta per assumere delle quantità sufficienti (1.200 mg al giorno).

La dieta più adeguata alle tue esigenze sarà suggerita da un nutrizionista. Alimenti ricchi di calcio possono essere infatti controindicati in alcuni casi e l‘assorbimento del minerale può essere ostacolato da caratteristiche personali, patologie e farmaci.

Quello invece che ti voglio far capire è che se non hai alcun sintomo e diagnosi una dieta sana ed equilibrata ti sarà comunque di grandissimo aiuto in termini preventivi.

Il calcio serve al buon funzionamento di cuore, intestino, muscoli e nervi e per la coagulazione del sangue, una dieta bilanciata però non va fatta in virtù di un solo minerale!

Inoltre il calcio assunto tramite alimenti porta a minori rischi di sviluppare calcoli renali. Fonti ricche di calcio sono:

  • latticini con pochi grassi;
  • noci, nocciole e mandarle;
  • cererali;
  • verdure a foglie verde o scura come broccoli, cavoli, cime di rape;
  • sardine e salmone con gli ossi;
  • soia e derivati.

Un soggetto affetto da calcoli renali dovrà bere di più e avere maggiore necessità di integrazione di calcio alimentare e minori quantità sotto forma di integratori.

Integratori utilizzati: carbonati, fosfati o citrati di calcio.

La quantità di caffè non dovrebbe superare le 3 tazzine al giorno (a patto che non si aumenti la quantità di alimenti contenenti calcio).

Esposizione al sole

Semplificando la vitamina D iene prodotta dalla pelle solo dopo l’esposizione alla luce del sole.

Non è sufficiente avere quindi una dieta sana e bilanciata senza questo passaggio. Alcuni studi dimostrano come la produzione della vitamina diminuisce nelle persone anziane solo perché stanno più tempo in casa (soprattutto nei paesi in cui l’inverno dura molto).

Risulta quindi ugualmente indispensabile fare passeggiate al sole anche al freddo ed approfittare della bella stagione ( facendo i conti col proprio fototipo).

Attività fisica e fisioterapia per l’oteoporosi

L’esercizio è invece la vera cura dell’osteoporosi e la strategia di prevenzione primaria.

Con una dieta sana abbiamo le giuste quantità di calcio, il sole le rende disponibili per rendere più forti le ossa e l’attività fisica favorisce concretamente il loro accrescimento.

Un programma di riabilitazione completo per l’osteoporosi comprende:

Esercizi in carico
Camminare, saltare, svolgere esercizi a corpo libero o meglio ancora con bande elastiche. Va detto che camminare al tapis-roulant è controindicato per storie di ripetute fratture.

Esercizi di allungamento e propriocettivi (stretching)
Migliorano l’equilibrio e la consapevolezza di quali siano le capacità del proprio corpo. Riducono così il rischio di cadute e fratture;

Esercizi posturali
In ogni programma riabilitativo per l’osteoporosi sono consigliabili esercizi per migliorare la postura.

 

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Naturalmente non modificano la forma, ma adattano il corpo alle nuove esigenze opponendosi alla progressiva cifosi.

Sto parlando di esercizi per rendere più forti e flessibili i muscoli del collo, delle scapole, del torace, della schiena e delle anche.

Gli esercizi in flessione sono controindicati, ma non aboliti: il corpo deve mantenere la capacità di poter svolgere questi movimenti essenziali per la stessa autonomia!

Rinforzo muscolare e allenamento contro-resistenza
Ti sembrerà strano, ma è ampiamente dimostrato come allenamenti intensi con l’uso addirittura di pesi aumentino la densità ossea e riducano il numero di cadute.

Allenamenti di High Intensity Interval Training (HIIT) risultano invece efficaci in fase preventiva per donne in menopausa, seppure controindicati in presenza di osteoporosi grave.

Un programma riabilitativo con queste caratteristiche cura in modo efficace il mal di schiena anche in presenza di osteoporosi.

Ne parlo anche all’interno del percorso gratuito che ho creato per chi desidera prendersi cura della propria salute, ritornare in forma e avere un programma di esercizi da fare in autonomia a casa.

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Manipolazioni vertebrali e mobilizzazioni invece sono controindicate in caso di grave osteoporosi o quantomeno…non sono di certo la prima opzione da considerare per risolvere dolori in presenza di osteoporosi grave.

Farmaci

RICORDA! Sarà il tuo medico a valutare quando sia necessario prescriverli considerando il singolo caso, la reale urgenza e la presenza di situazioni a rischio.

Estrogeni per l’osteoporosi nelle donne

Si parla di terapia ormonale sostitutiva per la prevenzione dell’osteoporosi post-menopausa, per via dell’azione protettiva esercitata da questi ormoni. Gli estrogeni rallentano il riassorbimento osseo , ma espongono a un maggior rischio di eventi cardiovascolari/ictus e di sviluppare tumori a seno, endometrio e ovaie.

Modulatori selettivi dei recettori estrogenici (SERMs)

Sono farmaci usati per prevenire e curare l’osteoporosi. Simulano gli effetti estrogenici nel tessuto osseo e hanno effetti neutri in altri tessuti, come quelli di utero e seno.
Effetti indesiderati: vampate di calore, crampi alle gambe e maggiore rischio embolico.

Bifosfonati

I farmaci più impiegati nel trattamento dell’osteoporosi.

Parlo di acido alendronico, ibandronico (un’iniezione ogni 3 mesi), risendronico e zolendronico (un’iniezione all’anno) presi tramite compressa o iniezione.

Si oppongono al riassorbimento osseo e riducono il rischio di fratture. A differenza degli altri farmaci, i bifosfonati possono essere somministrati anche agli uomini.

 

Come devo prendere le pastiglie di bifosfonati?

  • bisogna avere lo stomaco vuoto;
  • inghiottire la pastiglia bevendo un bicchiere di acqua;
  • evitare poi di sdraiarsi (meglio camminare) per i successivi 30 minuti;
  • non mangiare né bere altro nelle successive 2 ore.

Quando vedo gli effetti della terapia coi bifosfonati?

Non si osservano prima di 5 anni e la terapia deve essere di minimo 6-12 mesi.

Non è ben chiaro quanto debba prolungarsi, ma risultano sicuri anche per terapie lunghe 10 anni.

I bifosfonati per curare l’osteoporosi hanno effetti collaterali e indesiderati?

Come tutti i farmaci.

Gli effetti indesiderati più frequenti sono

  • irritazioni del tubo digerente,
  • difficoltà digestive,
  • dolore addominali (meno con le iniezioni),
  • dolore anteriore della coscia,
  • rari casi di osteonecrosi della mandibola.

Gli effetti persistono nel tempo per cui gli esperti suggeriscono una sospensione in assenza di altre motivazioni dopo 5 anni dall’inizio della terapia

 

Ormoni Paratiroidei ed analoghi

Per aumentare la crescita e la densità dell’osso. SI assumono tramite iniezione soprattutto in caso di deficit della produzione naturale.

Effetti indesiderati: vomito.

Calcio e Vitamina D

Somministrati ai pazienti in via preventiva e come cura dell’osteoporosi. Lo scopo è quello di integrare i nutrienti di fondamentale importanza per la salute delle ossa. Per il dosaggio, il modo e il tempo di somministrazione, è necessario seguire le istruzioni del medico.

Considera che per una persona adulta è raccomandata una quantità di calcio di 700 milligrammi al giorno.

La vitamina D aiuta il corpo ad assorbire il calcio e ogni adulto dovrebbe assumerne 10 mg al giorno.

RICORDA l’esposizione al sole però…soprattutto di inverno!

Testosterone

Negli uomini può essere indicato per compensare ridotti livelli di ormoni maschili.

In sintesi

La cura dell’osteoporosi parte dall’assunzione di sane abitudini già dalla prima infanzia.

Una buona alimentazione, un ‘adeguata attività fisica e l’esposizione ai raggi del sole in ogni momento della tua vita rappresentano la migliore soluzione per ridurre la possibilità di soffrire di questo disturbo.

Nessuno di questi 3 interventi è sufficiente da solo. La migliore terapia farmacologica a disposizione rallenta solo l’inevitabile processo di invecchiamento e il riassorbimento osseo causato dalla menopausa, dall’età e dall’interazione con altre malattie e terapie farmacologiche.

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Published online 2018 Nov 22. doi: 10.1016/j.bjpt.2018.11.011

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Michele Chiesa

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